Occhio a questa malattia

Una tiroide troppo attiva produce ormoni tiroidei anche quando non ce n'è realmente bisogno o ne produce in quantità superiore alle esigenze. Le conseguenze sono serie sia a carico del cuore sia degli occhi.

La malattia di Flaiani-Basedow-Graves (o solo di Graves) è la forma più comune di ipertiroidismo (dal 50 all’80% dei casi) e si rileva su circa un uomo su mille e una donna su cento. 
La malattia di Graves ha una base genetica, probabilmente un ‘trigger’ esterno e un meccanismo autoimmunitario. La causa genetica si deduce dalla familiarità: se uno stretto congiunto (fratello o genitore) ne ha sofferto, la possibilità di sviluppare il morbo di Graves aumenta (del 30% nel caso di gemelli). Il rischio aumenta anche nelle persone che hanno avuto (e nelle famiglie dove sono frequenti) altre malattie autoimmuni, quali diabete di tipo 1, artrite reumatoide, asma.
L’esordio può avvenire in qualsiasi momento della vita, spesso a seguito di stress, infezioni o gravidanza. Il picco di incidenza si situa fra i 40 e i 60 anni.

Diagnosi dell’ipertiroidismo

L’attacco autoimmune avviene attraverso anticorpi che, attaccando la tiroide, la stimola a produrre ormoni aggiungendosi allo stimolo ‘normale’ del TSH. Gli esami del sangue, infatti, rilevano un TSH basso e aumento nei valori di FT3 e FT4. La diagnosi è completata dal dosaggio di anticorpi e dall’ecografia.

Segni e sintomi del morbo di Graves

La persona con ipertiroidismo (autoimmune o di altra origine) è irritabile, spesso debole, ha un battito cardiaco accelerato (palpitazioni) tremori, iperattività, sudorazione abbondante, ha problemi nel prendere sonno, soffre il caldo e perde peso. Ha peli e unghie fragili.
Sintomi più specifici sono uno ispessimento della pelle in corrispondenza delle caviglie), eruzioni cutanee rossastre e soprattutto l’esoftalmo (il bulbo oculare tende a sporgere verso l’esterno) e spesso un ingrossamento della tiroide diventa visibile alla base del collo e la ghiandola è dolorosa al tatto. I problemi agli occhi sono frequenti e sono una delle conseguenze gravi della malattia di Graves.

Una terapia decisa

L’ipertiroidismo va trattato in modo deciso, sia per le conseguenze sull’organismo di una tiroide troppo attiva (tachicardia, pressione alta, stato di nervosismo, mancanza di sonno) sia per le conseguenze a carico del bulbo oculare. L’intervento può avvenire:
  1. con farmaci anti-tiroide accompagnati da beta-bloccanti per controllare la tachicardia. La terapia farmacologica non può essere a vita. Si preferisce sospenderla e riprenderla in caso di recidiva;
  2. con l’assunzione di iodio radioattivo che si concentra nella tiroide distruggendola lentamente (senza danneggiare il resto del corpo);
  3. con l’asportazione chirurgica della tiroide. Questa soluzione è indicata nel caso in cui l’ingrossamento della tiroide abbia leso anche i tessuti circostanti.
Una volta distrutta o asportata la tiroide, paradossalmente il soggetto diventa ipotiroideo e dovrà assumere tutta la vita quegli ormoni che la tiroide non produce più [clicca qui per conoscere la terapia dell’ipotiroidismo]
Un intervento così deciso è necessario: la tachicardia, oltre a essere pericolosa in sé, può portare alla fibrillazione atriale, che facilita la formazione di trombi e quindi di ictus. Oltre al ritmo dei battiti, aumenta la forza della contrazione del cuore e quindi la pressione. Inoltre, la perdita minerale ossea conduce all’osteoporosi.
Gli occhi gonfi premono all’interno verso il nervo ottico e questo può portare a difetti del campo visivo e anche a una diminuzione significativa della vista. Sulla parte esterna l’aumento di dimensione dei bulbi oculari rende impossibile chiuderli completamente di notte. L’occhio si secca e può sorgere un’infezione corneale secondaria.